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MERCANTI INGLESI
Ci scusiamo, questa voce deve ancora essere sviluppata.
MINIERE DELLO ZOLDANO E DELL’ AGORDINO
Zoldano
Secondo lo storico Tomaso Catullo, l’industria siderurgica era attiva in Val di Zoldo fin dal 1200 e da documenti storici risulta che proprio in quelle zone esistesse un forno definito “vecchio”, che fondeva forse il ferro estratto a Dont di Zoldo.
“…Zoldo, così nominato, ove sono gli asperi monti, da i quali se ne cava grand’abbondanza di ferro“, scriveva Leadro Alberti nel 1551.
In realtà non di miniere era ricco Zoldo, ma di officine, dove l’attività di fusione e lavorazione del minerale ferroso aveva raggiunto livelli “industriali”. Un gran numero di fusinèle (officine) fabbricavano più di 400 tonnellate di chiodi e attrezzi di lavoro all’anno.
Dal 1200 al 1800 si ebbe in Val di Zoldo il periodo di massima fioritura dell’estrazione e della lavorazione del ferro, che ha caratterizzato la storia di questa valle.
A testimonianza di quanto appena detto, andate a vedere com’è composto lo stemma di Forno di Zoldo e scoprirete che sono ben visibili i simboli dell’ incudine e del martello.
Agordino
Per molti secoli, le Miniere dell’Agordino (Miniere di Val Imperina) sono state la prima fonte di reddito per gli abitanti della conca, oltre che la principale zona di approvvigionamento di rame per la Repubblica di Venezia.
Il rapporto che legava gli Agordini alle miniere di Val Imperina era così forte che ancora oggi molti scorci, e sentieri sono carichi di significati legati alle attività di estrazione di minerali.
Se vi incuriosisce la storia delle miniere e dei minerali, mineraria, una visita alle Miniere di Valle Imperina è un’esperienza assolutamente unica, adatta a tutta la famiglia!
Infatti, dove un tempo vi erano le miniere, oggi è possibile visitare un’interessante zona archeologica realizzata per i turisti in visita nelle terre delle Dolomiti.
PALAZZO DUCALE
Capolavoro realizzato in stile gotico, il Palazzo Ducale di Venezia racchiude esteriormente ed internamente una serie incredibile di meravigliose strutture ornamentali.
Il palazzo è formato da tre grandi blocchi: l’ala verso il Bacino di San Marco (dove si trova la Sala del Maggior Consiglio); l’ala verso Piazza San Marco (con la Sala dello Scrutinio); e l’ala rinascimentale, (che fu la residenza del doge).
Non parleremo molto del Palazzo Ducale, perché è uno di quei tesori italiani, che va solo visitato! Ecco cosa non perdere, se vorrete varcare la soglia del Palazzo:
- le prigioni;
- il cortile;
- le sale dei Dogi;
- la sala del Guariento, antico deposito di armi e munizioni;
- La Sala del Maggior Consiglio, lunga ben 53 metri, dedicata all’amministrazione della giustizia;
- La Sala dello Scudo, dove il Doge riceveva i suoi ospiti;
Ma ve ne sono tantissime altre!
LA SCHIAVONA
La spada Schiavona fa la sua prima comparsa tantissimi anni fa come arma da cavalleria. Qualcuno sostiene invece che inizialmente venisse utilizzata come spada da assalto navale, nel Cinquecento dai soldati slavi al servizio della Repubblica di Venezia, chiamati appunto “Schiavoni”. Per la sua bellezza ebbe poi un enorme successo tra le corti italiane ed europee nei secoli successivi.
La sua particolare forma permetteva di proteggere completamente la mano dello spadaccino